mercoledì 28 ottobre 2020

STEP #12 - Nel cinema

 Sfortunatamente riferimenti cinematografici alla camera lucida sono introvabili, tuttavia ne abbiamo diversi riguardo la camera oscura:

  • In Scala al paradiso (A Matter of Life and Death) (1946) Roger Livesey la utilizza per osservare il villaggio vicino la sua abitazione.
  • In un episodio di Mistero in Galleria (1969) intitolato proprio Camera oscura possiamo vederne due esemplari.
  • In Innamorati cronici (1997) Matthew Broderick monta il dispositivo nel palazzo abbandonato situato davanti l'appartamento della sua ex.
  • In La ragazza con l'orecchino di perla (2003) Colin Firth la utilizza per disegnare.
  • In Wonder (2017) Auggie Pullman crea una camera oscura che vince il primo premio al festival della scienza della sua scuola.

STEP #11 - I costruttori

 La camera lucida è stata realizzata principalmente da artigiani in poche unità.
Le prime furono costruite da George Dollond (1774-1852) con la collaborazione dello stesso Wollaston (1766-1828).

Altri artigiani (ottici) che si sono dedicati alla costruzione della camera lucida sono Jean Gabriel Augustin Chevallier (1778-1848), Jules Duboscq (1817-1886), Ernst Abbe (1840-1905). 

A metà '800 alcune ditte (operanti anch'esse nel campo dell'ottica) introdussero nei loro cataloghi l'ormai già noto strumento, tra queste la Nachet di Parigi e la Voigtländer di Vienna.

Del XX secolo citiamo la Norton Products (STEP#13) e la Berville (STEP#23).

Nel 2013 due artisti hanno organizzato una campagna di "finanziamento collettivo" su Kickstarter per un progetto chiamato NeoLucida: una camera lucida aggiornata per il ventunesimo secolo.
Hanno raccolto un totale di 425000 dollari su un obiettivo di 15000, e NeoLucida è diventata una vera e propria azienda.

STEP #10 - I libri

  • Roland BARTHES, La Chambre claire: Note sur la photographie, Parigi: Hill & Wang, 1980.

mercoledì 21 ottobre 2020

STEP #09 - Gli inventori

 William Hyde Wollaston (6 Agosto 1766 - 22 Dicembre 1828) è stato uno scienziato inglese attivo in numerosissimi campi. Dopo aver conseguito un dottorato in medicina a Cambridge, si stabilì a Londra trovando occupazione come medico. La sua passione per la chimica e la fisica lo portò nel 1800 ad abbandonare la professione per dedicarsi alla ricerca. Il suo nome è ricordato in particolare per la scoperta degli elementi chimici palladio e rodio e per aver osservato il fenomeno dell'induzione elettromagnetica 10 anni prima di Faraday.

Wollaston dedicò gran parte della sua vita anche allo studio dell'ottica: conosceva molto bene la camera oscura e si interessò del suo miglioramento, studiando apposite lenti.
Le dimensioni dello strumento lo rendevano tuttavia inappropriato per far parte della dotazione di viaggio di un esploratore, e Wollaston ne era consapevole. "Figlio dei suoi tempi", Wollaston avvertì i numerosi cambiamenti sotto il profilo sociale ed economico che caratterizzarono i primi anni del XIX secolo: le molteplici innovazioni tecniche dei sistemi di produzione e dei trasporti, la diffusione delle idee proprie della rivoluzione francese (libertè, egalitè, fraternitè), la profonda fiducia nell'osservazione scientifica e l'interesse verso la natura e la sua raffigurazione (link). 

La camera lucida può considerarsi una risposta alle nuove esigenze "di artisti itineranti e curiosi e scienziati non sempre abili nel disegno" (link).

STEP #08 - I materiali

 I componenti chiave per il funzionamento dello strumento sono quelli che si occupano della parte ottica: l'oggetto riflettente e le lenti, quando presenti.

Questi devono vantare buone proprietà ottiche, per permettere una riflessione e rifrazione dell'immagine chiara e priva di distorsioni. 

Il brevetto originale prevedeva come dispositivo riflettente un prisma in vetro a base quadrangolare (il prisma di Wollaston), che fu ben presto sostituito da uno specchio semiargentato.
Questo, realizzato tramite un lieve riporto metallico su uno strato di vetro, oltre a permettere un utilizzo più semplice e immediato del dispositivo (non era più necessario portare l'occhio allo spigolo del prisma per intravedere il foglio), consentì di ampliarne il campo di utilizzo nell'ambito scientifico, in particolare alla microscopia.

L'avanzamento della tecnica ha poi sostituito il vetro (sia dello specchio che delle lenti) con materiali più moderni come la plastica o l'acrilico: ciò ha consentito, più che un miglioramento delle proprietà ottiche dello strumento, un abbattimento dei costi di produzione.







martedì 20 ottobre 2020

STEP #07 - Il mito

 La riflessione sulla luce è uno degli aspetti della mitologia greca che affascinano maggiormente, poiché permea l'intera concezione di vita dei greci.

Tutta la dinamica esistenziale dell'uomo greco (antico) è dedicata alla luce e al rischiaramento da portare nel quotidiano; dai piccoli sforzi che si compiono ogni giorno, alla sfera matrimoniale, alle questioni della città, ai misteri riguardanti la sfera del sacro, per arrivare poi alla stessa ontologia dell’essere umano, che rappresenta il culmine di tutta la riflessione greca sulla luce: l’uomo è luce.


Diverse sono le figure mitologiche che rappresentano e incarnano le visioni più interessanti che la cultura greca ci ha tramandato sulla luce, nel suo duplice aspetto positivo e negativo. 

Efesto, divinità del fuoco, delle fucine e della metallurgia; grazie alla luce forgia le armi che utilizzano gli dei e gli eroi nelle loro imprese. La luce irradia la vita e la perfeziona ma, al tempo stesso, crea strumenti di distruzione e paura. 

Apollo, dio del Sole rigenerante, trascina il carro solare che sfreccia nel cielo; trasporta la luce e la dona ai mortali per rendere meno amara la vita buia e tenebrosa. 

Helios, dio dell’Astro solare, portato sull’auriga celeste da Apollo, con la quale attraversa il mondo intero portando a compimento i giorni e le notti. 

domenica 18 ottobre 2020

STEP #06 - Il simbolo

 Iniziamo con un simbolo rappresentante la più antica camera oscura, dalla quale la camera lucida prende il nome.

                   

Propofitio VI, Experimintium I di Ars Magna Lucis et Umbrae, Athanasius Kircher, Roma, 1646
             

Il simbolo che segue, la copertina del celebre album dei Pink Floyd The Dark Side of the Moon (1973), rappresenta un prisma a base triangolare che scompone un fascio di luce bianca.



Storm Thorgerson, Hipgnosis studio, 1973

STEP #05 - Il principio fisico

 Per meglio osservare il funzionamento di questo dispositivo esaminiamo uno schema disegnato dallo stesso Wollaston nel 1807 (link):

A destra possiamo vedere un'utile sezione del prisma responsabile del funzionamento dell'intero strumento.

La luce, proveniente dal punto f, entra nel prisma e rimbalza prima in g e successivamente in h, compiendo complessivamente un angolo di 90 gradi. A questo punto abbandona il "gruppo ottico" e, passando tramite una lente, raggiunge l'occhio dell'utilizzatore in e. Occhio che si trova sul bordo del prisma, e che sta già osservando il foglio sottostante (a); in questo modo le due immagini si combinano, e l'immagine proveniente da f appare come "proiettata" sul foglio.

STEP #04 - La scienza

 La camera lucida è un dispositivo ottico (link); il suo funzionamento si basa infatti sulle caratteristiche riflettenti del prisma (o specchio semiargentato) posto al suo interno.
Benché sia facile trovare una disciplina scientifica che spieghi il funzionamento di questo strumento, è invece difficile elencare le molteplici scienze che ha servito.

Lo strumento venne utilizzato in particolar modo nelle rappresentazioni artistiche: grazie alle sue dimensioni la camera lucida divenne compagna di viaggio di artisti, più o meno esperti, che spinti dal fervore dei primi anni del secolo XIX intrapresero il cosiddetto Grand Tour in Italia (la camera lucida nel Carnet de Voyage).

L'utilizzo permeò anche l'ambito scientifico, in particolare quello della ricerca. Lo scienziato non aveva più bisogno di spiccate doti artistiche per la rappresentazioni delle immagini di suo interesse, ma trovava nella camera lucida un valido dispositivo per riprodurre sia fenomeni naturali che artificiali.

Nonostante il progresso tecnologico, data la versatilità dello strumento, i microscopisti hanno continuato a farne uso anche in tempi recenti; nei manuali di medicina è ancora possibile trovare disegni riprodotti con l'ausilio della camera lucida.




Nella figura osserviamo a sinistra le immagini ottenute con tecniche fotografiche, a destra i disegni realizzati usando la camera lucida (link).

sabato 17 ottobre 2020

STEP #03 - Un glossario

 La camera lucida è composta da:




  1. prisma ottico, ha il compito di riflettere l'immagine di fronte all'utilizzatore sulla sua pupilla, in maniera da renderla visibile assieme al foglio. (successivamente è stato sostituito con uno specchio semiargentato)
  2. lenti, generalmente poste tra l'oggetto riflettente e l'immagine da ritrarre, e tra l'oggetto riflettente ed il piano di lavoro.
  3. piano di lavoro, utilizzato per sostenere il materiale sul quale viene eseguito il disegno.
  4. foglio di carta, generalmente scuro, poiché i fogli chiari rendono difficile vedere l'immagine in trasparenza; più raramente veniva utilizzata la tela.
  5. asta di supporto, ha il compito di mantenere il prisma e le lenti ad una determinata altezza relativa al piano di lavoro, generalmente è regolabile in lunghezza.
  6. morsetto a vite, fissa la parte terminale dell'asta di supporto al piano di lavoro.

sabato 10 ottobre 2020

STEP #02 - L'immagine

 Questa immagine raffigurante la camera lucida, risalente al 1820 circa, è un incisione che ci mostra il dispositivo durante il suo utilizzo (link).




L'immagine che segue, tratta dal libro Description of the Camera Lucida (STEP#10) di George Dollond (1774-1852), raffigura l'autore del libro (edito a Londra nel 1830) nonché costruttore dell'originale camera lucida di Wollaston impegnato nell'utilizzo dello strumento; di fianco due viste dettagliate dello stesso (link).


STEP #01 - Il nome

 La camera lucida (raramente camera chiara) è un dispositivo utilizzato dal diciannovesimo secolo come ausilio per il disegno.

Il nome (dal latino "camera illuminata") fu coniato dallo stesso inventore (W. H. Wollaston, STEP#9).
E' condiviso da altre lingue europee (inglese e tedesco): fa eccezione il francese (chambre claire) e lo spagnolo (càmara clara/càmara lùcida).

Il termine richiama la più antica, rudimentale e ingombrante camera obscura ("camera buia"), nonostante la somiglianza tra i due strumenti sia riconducibile unicamente alla funzione svolta.